Programma
- Combinatoria
- Spazio di probabilità
- Variabili aleatorie (discrete e continue)
- Leggi grandi numeri, teorema del limite centrale
Combinatoria
Principio Fondamentale
Supponiamo di avere due esperimenti. Il primo esperimento ha esiti possibili e, qualunque sia l’esito del primo esperimento, il secondo esperimento ha esiti possibili.
Allora il numero delle coppie possibili con esito dell’esperimento i-esimo è:
Esempio lancio di un dado
Per entrambi gli esperimenti le facce che possiamo ottenere (possibili) sono 6.
Per il principio fondamentale abbiamo che il numero possibile di facce che possiamo ottenere nei due lanci è: Quindi:
Notazione
- → il numero
- Se A è un insieme cardinalità di
Esempio studenti
Supponiamo di avere 140 studenti. In quanti modi posso scegliere un rappresentante e un vice?
Warning
è 139 perché dopo aver scelto il rappresentante, gli studenti tra cui scegliere non saranno più 140
Principio fondamentale generalizzato
Supponiamo di avere esperimenti.
Il primo ha esiti possibili. Qualunque sia la realizzazione del primo esperimento, il secondo ha esiti possibili. Qualunque sia la realizzazione del secondo esperimento, il terzo ha esiti possibili e così via.
Allora il numero delle possibili stringhe dove è l’esito dell’esperimento i-esimo è
Esempio ragazzi e ragazze
Supponiamo di avere 120 ragazzi e 20 ragazze. In quanti modi posso scegliere un rappresentante e un vice di sesso diverso?
Risposta: Per scegliere il vice non è possibile applicare il principio fondamentale perché non sappiamo l’esito del primo esperimento. Infatti, non sappiamo se il il rappresentante scelto è maschio o femmina.
In questo caso posso risolvere distinguendo i casi.
Primo caso
Cardinalità:
Secondo caso
Cardinalità:
Quindi la risposta è:
Permutazioni
Esempio libri
Supponiamo di voler sistemare su uno scaffale 4 libri di matematica, 3 di chimica e 2 romanzi.
- In quanti modi li posso ordinare?
- In quanti modi li posso ordinare in modo tale che i libri della stessa materia siano vicini?
Prima domanda
Dopo aver messo il primo, rimangono 8 libri da scegliere per il secondo spazio. Una volta scelto il secondo libro, te ne restano 7 per il terzo spazio, e così via.
Quindi:
Seconda domanda
Innanzitutto dobbiamo pensare al possibile ordinamenti delle varie materie, quindi immaginiamo i libri della stessa materia come un unico blocco.
Le materie sono 3, quindi dobbiamo disporli in 3 posti.
Quindi:
Ora pensiamo anche a sistemare i vari libri.
Libri di matematica:
Libri di chimica:
Romanzi:
Quindi il numero di modi in cui posso ordinare i libri è:
Definizione permutazioni
Dati oggetti distinti, le permutazioni di questi oggetti sono tutti i possibili allineamenti degli oggetti.
Il numero delle permutazioni di oggetti e
Dimostrazione
Per ordinare gli oggetti scelgo il primo (ho modi possibili) scelgo il secondo (ho modi possibili), , scelgo l’n-esimo.
Principio fondamentale
Permutazioni con e senza ripetizioni
Supponiamo di voler trovare il numero di anagrammi della parola mela.
Le permutazioni saranno:
Se volessimo trovare gli anagrammi del nome Emma il numero di permutazioni non è più poiché ci sono due lettere uguali.
In generale, quando abbiamo parole di lunghezza con lettere distinte, sappiamo che la prima appare volte, la seconda volte ecc.
Il numero di anagrammi sarà:
Quindi, scomponendo il problema abbiamo che la e
e la a
si ripetono 1 volta, mentre la m
3 volte.
Quindi avremo che i possibili anagrammi di Emma sono:
Regola generale per permutazioni
Senza ripetizioni #permutazioni {}
Con ripetizoni #permutazioni
Esempio targhe alfanumeriche
Calcolare il numero possibile di targhe alfanumeriche di lunghezza 5. Si hanno a disposizione 26 lettere e 10 cifre, quindi per ogni entrata ci sono 36 possibili input. Le targhe sono composte da 5 caratteri quindi si ottiene .
Per il principio fondamentale avremo che:
Supponiamo ora, di voler scegliere 3 lettere e 2 cifre per la targa.
Si dovranno prima scegliere come posizionare le 3 lettere nei 5 posti.
Le lettere sono 26 quindi in 3 posizioni si avranno esiti, mentre per le cifre esisti.
Quindi:
Combinazioni
Supponiamo di voler determinare il numero di insiemi che si possono formare con oggetti in oggetti.
Per esempio, quanti insiemi da 3 lettere si possono formare con 5 lettere
Si può ragionare in questo modo:
La prima carta può essere scelta in 5 modi, la seconda in 4 modi e la terza in 3 modi. Quindi si avranno modi per scegliere l’insieme delle 3 lettere tenendo conto dell’ordine.
Tuttavia, ogni insieme di 3 lettere viene in tal modo contato 6 volte (quante sono le permutazioni). Quindi il numero totale di insiemi di 3 lettere che si possono ottenere è:
In generale
Dato che rappresenta il numero di scelte oggetti tra , tenendo conto dell’ordine nel quale questi vengono selezionati ,e dato che ogni insieme di oggetti viene in questo modo contato volte, si ha che il numero di sottoinsiemi di oggetti che si possono formare da un insieme di oggetti è:
Coefficiente binomiale
Definiamo , per , come:
Diremo che rappresenta il numero di combinazioni di oggetti tra .
Pertanto, è il numero di sottoinsiemi di oggetti che si possono formare con un insieme di oggetti, senza il conto dell’ordine della selezione.
Triangolo di Tartaglia per i coefficienti binomiali
Coefficiente multinomiale
Supponiamo di avere 5 studenti che vogliono organizzare una festa e si dividono i ruoli:
- C1: Pulire il locale - 2 persone
- C2: Comprare bibite - 2 persone
- C3: Pubblicizzare la festa - 1 persona
Si possono scegliere gli studenti per C1, dai rimanenti per C2 e dai rimanenti per C3:
Quindi:
E’ la stessa formula utilizzata per gli anagrammi
Infatti, possiamo assegnare a ogni posizione uno studente e a ogni studente un incarico. In questo modo, si dovrà solamente calcolare gli anagrammi della stringa “13221” (va bene qualsiasi altra combinazione).
In generale
Se si hanno oggetti distinti da ripartire in scatole in modo che che va da 1 nella scatola venga inserito l’oggetto dove:
Quante sono le possibili ripartizioni?
Prende il nome di coefficiente multinomiale
Quindi, riprendendo l’esempio della festa, rappresentando il gruppo che svolge si ottiene .
Dimostro applicando il principio della combinatoria
- Scelgo oggetti distinti da mettere in . In questo modo, ho modi.
- Scelgo oggetti da mettere in dai rimanenti. Ottengo modi.
- Per e ottengo modi.
Quindi le ripartizioni totali sono:
Probabilità
Supponiamo di avere un esperimento. Chiameremo spazio campionario () l’insieme dei possibili esiti dell’esperimento.
Esperimento 1
Lancio un dado
Esperimento 2
Lancio 2 volte una moneta
Un evento è descritto matematicamente da un sottoinsieme di , più precisamente dall’insieme degli esiti che lo realizzano.
L’evento “esce un numero pari” è descritto dal
La famiglia degli eventi = famiglia dei sottoinsiemi di S
Proprietà
- Due eventi si dicono incompatibili se
- L’evento è detto certo (nell’esempio del dado l’evento “esce un intero” è dato da )
- Dato un evento , l’evento complementare (per esempio se l’evento è “esce un numero minore o uguale a 2”, l’evento complementare è dato da )
- Le leggi di De Morgan
- L’evento impossibile è descritto da
Spazio di probabilità
Definizione
Uno spazio di probabilità è descritto dalla coppa dove è lo spazio campionario dell’esperimento e è chiamata funzione di probabilità, è una funzione definita sulla famiglia degli eventi che soddisfa i seguenti assiomi:
- evento cioè
- Data una successione di eventi 2 a 2 distinguibili vale:
Questo quando e ovvero abbiamo e incompatibili.
Terminologia: dato evento, si dice probabilità dell’evento
Proposizione 1
La probabilità dell’evento impossibile è uguale a 0.
Dimostrazione - Utilizzando l’assioma 3
Prendiamo la successione dove quindi abbiamo che l’intersezione .
Per l’assioma 3 , quindi , per l’assioma 1 sappiamo che .
Supponiamo che allora abbiamo che e quindi , per esclusione quindi altrimenti come appena visto otteniamo un valore infinito.
Proposizione 2
Prendiamo un esempio:
- Domani piove con una probabilità
- Domani c’è il sole con una probabilità
- Domani nevica con una probabilità
- Qual è la probabilità che piova o che nevichi?
P soddisfa l’additività finita: Dati n eventi a 2 a 2 incompatibili vale
Dimostrazione
coming soon
Proposizione 3
Dimostrazione
Coming soon
Proposizione 4 - Monotonia della funzione di probabilità
Dati e eventi con allora vale .
, quindi e sono disgiunti.
Quindi, dato che per l’assioma 1.
Proposizione 5
eventi, allora , questa formula generale non viene usata nel caso in cui sono distinguibili allora .
Spazi campionari con esiti equiprobabili
In molti esperimenti è naturale assumere che tutti gli esiti dello spazio campionario siano equiprobabili. Prima di tutto lo spazio campionario dovrà essere in insieme finito. Poniamo , allora sarà naturale ipotizzare che
Per gli assiomi 1 e 2 possiamo dire che
Per l’assioma 3 avremo perciò che per ogni evento
Info
Quindi, se assumiamo che tutti gli esiti di un esperimento siano equiprobabili, allora la probabilità di ogni evento è uguale alla proposizione degli esiti dello spazio campionario contenuti in (casi possibili su casi favorevoli)
Esempio
Se si lanciano due dadi, qual è la probabilità che la somma dei valori sulla faccia superiore sia uguale a 7?
Svolgimento Assumiamo che tutti i 36 possibili esiti siano equiprobabili. Poiché ci sono 6 possibili esiti che danno come soluzione 7 , la probabilità sarà:
Esempio
Ho un’urna con 6 palline bianche e 5 nere a caso senza rimpiazzo. Qual è la probabilità che esca una pallina bianca e 5 nere?
Non conviene registrare il colore delle due palline poiché romperebbe la simmetria. Conviene, invece, numerarle una per una in modo da distinguerle.
Ci sono 11 palline distinguibili.
Un esempio è l’esito:
Quindi adesso ha esiti equiprobabili per simmetria: dove .
.
dove sono i modi per estrarre una pallina bianca e quelli per scegliere due palline senza considerare l’ordine. Quindi:
Principio di inclusione/esclusione
Con 2 eventi
Con 3 eventi
Probabilità condizionata
Dati e con , la probabilità di condizionata è definita come
$P(E|F)=\frac{P(E \space \cap \space F )}{P(F)}$Si svolge l’esperimento e so che “si verifica ”, questa informazione muta la speranza che si verifichi e la nuova probabilità di sapendo che si è verificato è data da .
Esempio
Si lancia un dado.
Supponiamo di sapere che si è verificato l’evento (), se so che si realizza allora so che è uscito o 1 o 2 o 3 o 4. Quindi ho 4 esiti possibili e c’è simmentria.
In questo modo se si verifica allora , ci aspettiamo che .
Calcolo usando la definizione:
…
Variabili aleatorie
Variabili reali
Dato uno spazio di probabilità (), una variabile aleatoria è una funzione quindi una funzione che mappa elementi dello spazio campionario in numeri reali.
Esempio 1
Lancio una moneta due volte e abbiamo è una variabile aleatoria.
Abbiamo e sono tutti esiti equiparabili.
Quindi:
Esempio 2
Lancio due volte un dado e abbiamo . Otterremo:
Quindi abbiamo esiti equiprobabili.
Quindi per esempio
Variabili discrete
Una variabile aleatoria è detta discreta se i valori che può assumere , formano un insieme finito o infinito numerabile. Quindi, per esempio, la variabile aleatoria degli esempio descritti precedentemente è discreta.
Densità di probabilità aleatoria discreta
Data variabile aleatoria che assume , la densità di probabilità discreta di è la funzione:
E’ quindi una funzione che descrive la probabilità associata a ciascun valore possibile di una variabile aleatoria discreta.
Esempio
Lancio due volte una moneta e v.a. quindi .
Quindi è una variabile aleatoria che assume i valori .
Quindi calcoliamo:
E’ il caso in cui escano due croci e ha probabilità
Poi:
E’ il caso in cui almeno una dei due sia testa e ha probabilità
Infine calcolo:
E’ il caso in cui entrambi sono testa e ha probabilità .
Possiamo rappresentare la densità discreta con un istogramma.
Valore atteso
Data una variabile aleatoria discreta che assume valore , definiamo il valore atteso di come:
Dove indica il valore atteso di X.
Esempio
Lanciamo una moneta 2 volte e come variabile aleatoria si ha .
Esempio
Data un’urna con 3N e 2B. Estraggo due palline senza rimpiazzo, sia . Calcolare .
Abbiamo
Funzione di distribuzione (o ripartizione)
Data una variabile aleatoria , la sua funzione di distribuzione è definita come:
Esempio
Sia la stessa variabile aleatoria di prima (esempio urna) determiniamo .
- Se allora
- Se allora
- Se allora
- Se allora
Quindi guardando meglio la funzione abbiamo che:
In generale se è una variabile aleatoria che assume valori dati da allora si ha che:
Varianza di una variabile aleatoria
Sia una variabile aleatoria discreta, la varianza di è definita come . Dove è il valore atteso.
La varianza è utile perché indica la dispersione della variabile aleatoria dal suo valore atteso (il risultato è in unità al quadrato).
Info
Con il termine dispersione si indica quanto i dati si allontanano dal valore centrale (valore atteso) e tra di loro.
Esempio
Sia una variabile aleatoria con e , abbiamo che:
Quindi:
Deviazione quadratica
Sia una variabile aleatoria, la deviazione quadratica standard in è data da .
In altre parole, è una misura che indica quanto i dati sono “sparpagliati” rispetto al valore atteso.
Qual è la differenza tra deviazione quadratica e varianza?
Entrambe calcolano la stessa cosa. L’unico elemento che le distingue è l’unità di misura. Infatti, la varianza non è altro che la deviazione quadratica elevata al quadrato.
Esempio
Supponiamo di avere i seguenti voti di un gruppo di studenti in un test .
Calcoliamo ill valore atteso:
Ora calcoliamo la varianza:
-
Calcolo la distanza di ogni voto dalla media:
- è a distanza dalla media
- è a distanza dalla media
- è a distanza dalla media
- è a distanza dalla media
- è a distanza dalla media
-
Eleviamo al quadro:
- Calcoliamo la media dei valori elevati al quadrato:
Ora calcoliamo la derivazione standard svolgendo la radice quadrata della varianza:
Funzione aleatoria
Dati e , denoto con la variabile aleatoria o , avremo quindi che:
- è una variabile aleatoria
Infatti:
- assume valori
- assume valori
Esempio
Lancio 10 volte una moneta . Si vince per ogni testa e si perde €1 per ogni croce.
Posso esprimere come .
Ho
Ho , se è una variabile aleatoria discreta, allora è variabile discreta aleatoria.
Calcolo
Primo metodo
Determino i possibili valori di che chiamo e calcolo . Quindi per definizione:
Secondo metodo
Teorema
Sia una variabile aleatoria discreta che assume valori e sia . Allora:
Esempio
Data che assume valori con probabilità rispettivamente. Calcolare .
Primo metodo
Secondo metodo
Valore atteso con funzione
Se è variabile discreta che assume i valori e allora:
Esempio
assume valori e abbiamo che:
Allora:
Calcoliamo:
Linearità del valore atteso
Sia una variabile aleatoria discreta e siano allora
Dimostrazione
Sia l’insieme dei valori assunti da , inoltre abbiamo dove . La scriviamo quindi come funzione di .
Esempio
come calcoliamo ?
Applichiamo la formula:
Proposizione
Ricordiamo che la varianza si calcola , possiamo anche calcolarla come:
Reminder
La deviazione quadratica standard è:
Osserviamo che deve essere sempre infatti è , dato che è elevato al quadrato.
Se la varianza è uguale a 0 allora significa che la variabile è costante, infatti misura quanto si sposta dal suo valore atteso .
Osservazione
Né la varianza né la deviazione quadratica sono lineari
Proprietà
Data variabile discreta e dati vale:
E quindi si può notare che amplifica le costanti moltiplicative e annulla quelle additive.
Variabile di Bernoulli
Una variabile aleatoria è detta di Bernoulli se di parametro se e , quindi questa può assumere soltanto due valori.
Quindi in questo caso notiamo che:
Mentre
Dove
Variabile aleatoria binomiale
Dato un esperimento con prove indipendenti, tutte svolte nello stesso modo. Supponiamo che ogni prova abbia due possibili esiti: successo e insuccesso.
Esempio 1
Lancio una moneta 10 volte, i 10 lanci solo le prove e come successo stabilisco che deve uscire testa.
Esempio 2
Lancio un 8 volte, gli 8 lanci sono le prove e come successo stabilisco quando esce un numero multiplo di 3.
Definiamo nelle prove, notiamo quindi che può assumere come valore, tutti i valori interi da 0 a n, ma con che probabilità?
Chiamiamo p la probabilità che una singola prova ci dia successo come esito.
Proposizione
Prendiamo l’esempio 2, quindi abbiamo , e calcoliamo la probabilità di due successi:
Perché vale questa proposizione?
Supponiamo di avere 4 prove e ci chiediamo , questo evento possiamo vederlo come unione di varie prove:
Dove i pedici sono successi e insuccessi.
Abbiamo eventi, in generale .
Adesso se calcoliamo la probabilità di tutti questi eventi:
Hanno tutti la stessa probabilità che è data da quindi è uguale a:
Ovviamente abbiamo e quindi ma dipende da quanti esiti con successo abbiamo. Quindi vale la proposizione.
Definizione
Una variabile aleatoria binomiale di parametri e è una variabile aleatoria che assume valori con la stessa probabilità:
Teorema
Indichiamo con una variabile binomiale di parametri .
Sia allora:
Se e ho che assume i valori e:
Mentre
Quindi si può notare che , cioè una variabile aleatoria di Bernoulli di parametro .
Esempio
Lancio 5 volte una moneta onesta. Sia determinare la probabilità discreta
ovvero 5 prove e il successo è che esce testa.
Calcoliamo , sappiamo che assume ovvero le possibili teste quindi per questi valori calcoliamo:
Poi abbiamo che:
Perché le costanti additive non importano nella varianza?
Prendiamo come esempio due grafici di due probabilità:
Notiamo che se trasliamo la probabilità di una costante, i grafici rimangono uguali ma vengono traslati, la varianza quindi rimane la stessa, dato che misura la dispersione dal valore atteso.
Quindi coincidono.
Variabile aleatoria di Poisson (distribuzione degli eventi rari)
Una variabile aleatoria è detta di Poisson di parametro se assume valori (valori interi) e:
Per verificare l’esistenza della variabile aleatoria di Poisson di parametro devo verificare:
Infatti:
La variabile aleatoria di Poisson è un’approssimazione della variabile aleatoria binomiale quando è molto grande e molto piccola.
Teorema: legge dei piccoli numeri
Dato sia tale che:
Quindi per grande possiamo approssimare , quindi in alcune situazioni abbiamo che:
Dove presi abbiamo che:
Cosa intendiamo per
Intendiamo che:
Dove e
Esempio di grandezza ben modellizzata da una variabile aleatoria di Poisson
Supponiamo di avere la pagina di un libro e consideriamo la probabilità che un carattere venga stampato in modo errato. Si ha una variabile aleatoria binomiale infatti un numero di prove n e due esiti, successo se stampato male e insuccesso altrimenti.
Notiamo che n è il numero di caratteri ed è molto alto all’interno di una pagina, e p possiamo assumerla piccola.
Possiamo quindi assumere dove .
Esempio più concreto
Supponiamo che il numero di errori tipografici per pagina sia approssimato da :
- Qual è la probabilità che ci sia almeno un errore a pagina 20?
Consideriamo quindi e quindi abbiamo che:
Possiamo considerare il fatto che ci sia almeno un errore come l’evento complementare di non ci sono errori, quindi possiamo calcolare:
- Qual è la probabilità che ci siano esattamente 4 errori?
Osservazione
La Poisson approssima una binomiale per un n abbastanza grande.
Teorema: valore atteso e varianza di Poisson
Se allora e anche
Variabile aleatoria geometrica
Immaginiamo di ripetere in maniera indipendente una prova (lancio un dadovolte). Ogni prova ha successo con probabilità e insuccesso con .
Sia il numero di prove necessarie per ottenere il primo successo.
Quindi:
Quindi abbiamo:
Teoricamente si potrebbe sempre ottenere un insuccesso e quindi avere che e quindi si avrebbe che:
Questo significa che l’evento è possibile ma ha una probabilità nulla. Questa situazione strana è data dal fatto che l’insieme degli esiti è un insieme non numerabile.
Oppure possiamo dimostrare che questo risultato è 0 svolgendo:
Dove
Infine, possiamo dire che in una variabile aleatoria geometrica:
Esercizio
Si lancia un dado finché non esce 6. a) Calcolare il valore atteso del numero di lanci effettuati b) Calcolare la probabilità di aver effettuato almeno 7 lanci
a)
b) Abbiamo come prima e anche la variabile aleatoria . Adesso però dobbiamo calcolare
Variabile aleatoria binomiale negativa
Dipende da due parametri, che è la probabilità di successo in una prova e intero che indica il numero di successi che voglio ottenere.
Esempio chiave
Considero una successione di prove indipendenti di tipo successo/insuccesso.
Allora assume valori quando dato come calcoliamo ?
Sappiamo che sicuramente la -esima prova deve avere come esito successo, mentre nella prove dobbiamo avere sicuramente successi.
Non tenendo conto dell’ordine, possiamo dire che:
A questo punto, possiamo utilizzare la binomiale per calcolare la probabilità degli successi:
Variabile aleatoria ipergeometrica
Prototipo
Abbiamo un’urna con palline di cui bianche e nere, estraggo senza rimpiazzo palline con .
Definiamo
è detta variabile aleatoria di parametri .
Come si calcola ? Numeriamo tutte le palline per distinguerle, nello spazio campionario abbiamo: modi per scegliere palline. Usiamo il principio fondamentale della combinatoria:
Quindi al numeratore abbiamo i modi per scegliere le bianche per i modi per scegliere le nere.
Per quali abbiamo che ?
Ricordiamo che per i binomiali deve valere altrimenti è .
Quindi abbiamo:
Ovvero 4 disuguaglianze:
Scritto in un’unica disuguaglianza:
Definizione
Una variabile aleatoria ipergeometrica di parametri è una variabile aleatoria discreta con densità di probabilità come il prototipo visto per l’esercizio sopra, cioè:
Inoltre abbiamo che: